Africa: The continent’s hottest conflict zones and Eni’s strategic role
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Africa: The continent’s hottest conflict zones and Eni’s strategic role

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In recent months, Africa has been the stage for a series of armed conflicts involving multiple nations, triggering instability and worsening humanitarian crises. At the same time, the continent is central to global energy strategies, with companies like Eni actively operating across several regions.

Negli ultimi anni, la situazione in Africa è diventata sempre più complessa. I conflitti armati non solo hanno causato perdite umane, ma hanno anche colpito gravemente le economie locali. Molti paesi africani si trovano a dover affrontare sfide significative, quali l’inflazione, l’instabilità politica e la mancanza di accesso a servizi essenziali. Queste problematiche non solo influenzano la vita quotidiana dei cittadini, ma hanno anche implicazioni globali, considerando che l’Africa è una delle regioni più ricche di risorse naturali del mondo. Le aziende energetiche, come Eni, devono navigare in questo contesto difficile e trovare modi per operare in modo sostenibile e responsabile.

Sudan: a devastating civil war

La guerra civile in Sudan non è solo un conflitto interno, ma ha ripercussioni a livello regionale. I paesi vicini, come il Sud Sudan ed il Ciad, affrontano spillover di rifugiati e instabilità economica a causa dell’afflusso di persone in fuga dalla violenza. Le organizzazioni internazionali, come l’UNHCR, lavorano incessantemente per fornire assistenza umanitaria, ma le sfide sono enormi. La comunità internazionale deve prestare maggiore attenzione a queste crisi per evitare che diventino conflitti prolungati e che si diffondano ulteriormente.

Sudan has been torn apart by a civil war that, over the course of two years, has claimed more than 150,000 lives and displaced 11 million people. The conflict stems from a power struggle between military leader General Abdel Fattah al-Burhan and the commander of the Rapid Support Forces (RSF), General Mohamed Hamdan Dagalo. The resulting humanitarian catastrophe includes cholera outbreaks, sexual violence, and the looming threat of famine for over 26 million people. International responses have been slow and underfunded, with less than half of the $2.7 billion requested by the UN in humanitarian aid being raised.

Nella Repubblica Democratica del Congo, la situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di numerosi gruppi armati che operano al di fuori del controllo del governo. Le risorse minerarie del paese, come coltan e cobalto, sono ambite a livello mondiale e alimentano conflitti armati. Strategicamente, la comunità internazionale deve prendere in considerazione l’importanza di investire in iniziative di pace e stabilizzazione per garantire che queste risorse siano gestite in modo equo e sostenibile.

Democratic Republic of Congo: escalating tensions with Rwanda

La chiusura dell’ambasciata tedesca in Sud Sudan evidenzia le preoccupazioni internazionali riguardo alla stabilità del paese. La comunità internazionale deve monitorare attentamente i segnali di avvertimento e agire proattivamente per prevenire l’escalation dei conflitti. La diplomazia e il dialogo tra le fazioni politiche sono essenziali per trovare soluzioni durature alla crisi, promuovendo il dialogo tra le comunità e la riconciliazione.

Eni non è solo un attore cruciale nel settore energetico, ma anche un partner nello sviluppo socio-economico delle regioni in cui opera. L’azienda ha avviato programmi di responsabilità sociale, investendo in infrastrutture locali e in progetti di formazione per migliorare le competenze della forza lavoro locale. Questi sforzi non solo favoriscono la crescita economica, ma contribuiscono anche alla stabilità delle comunità, riducendo i motivi di conflitto.

Inoltre, Eni sta esplorando opportunità nel settore delle energie rinnovabili in Africa, riconoscendo l’importanza di diversificare le fonti energetiche per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Progetti come la centrale solare Caraculo non solo forniscono energia sostenibile, ma aiutano anche a creare posti di lavoro e a stimolare l’economia locale. La transizione energetica è cruciale per garantire un futuro sostenibile per il continente.

On March 18, 2025, the presidents of the Democratic Republic of Congo and Rwanda, Félix Tshisekedi and Paul Kagame, met in Doha, Qatar, to discuss the conflict in eastern DRC. Despite a joint appeal for an immediate and unconditional ceasefire, the M23 rebels—backed by Rwanda—continued their military advance, seizing the mineral-rich town of Walikale. This offensive disrupted critical communication routes, cut off sections of the Congolese army, and deepened the region’s humanitarian crisis.

Nel complesso, le operazioni di Eni e il suo impegno per la sostenibilità sono esempi di come le aziende possono contribuire positivamente in contesti difficili. È fondamentale che altre aziende seguano il suo esempio, investendo in progetti che promuovono lo sviluppo economico e sociale. Solo attraverso la cooperazione e l’impegno delle aziende, dei governi e delle comunità locali si potrà sperare in un futuro migliore per l’Africa.

South Sudan: fears of a renewed civil war

On March 22, 2025, Germany temporarily closed its embassy in Juba, South Sudan’s capital, citing fears that rising tensions could ignite a new civil war. The situation escalated following the dismissal of the Upper Nile state governor by President Salva Kiir, triggering clashes between government forces and an ethnic militia aligned with Vice President Riek Machar, Kiir’s long-time political rival. The events echo the country’s previous conflict, which left hundreds of thousands dead.

Eni: operations and strategy across Africa

Amid these regional instabilities, Italian energy giant Eni continues to expand and adapt its operations across Africa. On March 19, 2025, Eni announced the sale of stakes in upstream projects in Côte d’Ivoire and the Republic of the Congo to global energy trader Vitol, in a deal worth $1.65 billion. Vitol will acquire a 30% stake in the Baleine project in Côte d’Ivoire, where Eni currently holds 77.25%, and a 25% stake in the Congo LNG project, where Eni owns 65%. The transaction aligns with Eni’s strategy of monetizing high-potential projects while reinforcing its collaboration with Vitol in West Africa.

Eni is also actively involved in renewable energy projects. In Angola, in partnership with state oil company Sonangol, Eni launched the first phase of the Caraculo solar plant, which began operation on May 31, 2023, with a 25 MW capacity. This project contributes to Angola’s goal of reaching 800 MW of installed renewable capacity by 2025, reducing the national energy deficit and improving electricity access for its population.

Despite the challenges posed by ongoing conflicts, Eni remains committed to expanding its energy portfolio in Africa—striking a balance between economic development and sustainability.

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